Per confrontarsi con il tema del coraggio e dell’affettività
In un tempo lontano uno specchio malefico si ruppe e le sue schegge iniziarono a girare come polvere intorno al mondo. Potevano entrare negli occhi delle persone e quando questo accadeva, la gente vedeva tutto storto oppure vedeva solo il lato peggiore delle cose. A Kay, una piccola scheggia dello specchio entrò addirittura nel cuore che divenne un pezzo di ghiaccio e fu così che la Regina delle nevi potè impossessarsi di lui e rubargli la memoria. In un viaggio pieno di sfide, insidie e trappole, Gerda riuscirà a liberare Kay e a restituire al suo amico la capacità di ricordare e provare sentimenti.
Tutta la vicenda è qui narrata da Sirka, figlia di terribili briganti e a sua volta brigantessa, e da Unto, suo affezionato tirapiedi: figure losche ma anche tenere che conoscono tutta la storia per averla in parte vissuta.
Percorriamo La Regina delle nevi, una delle più belle fiabe di Andersen, per attraversare la paura e andare dove ci suggerisce il cuore: un viaggio spesso incerto e rischioso disseminato di insidie e di trappole, di apparenze e credenze, di distorsioni ma anche di voci amiche che parlano a chi le sa ascoltare.
In una narrazione leggera, in un susseguirsi di momenti divertenti e commoventi, questa fiaba racconta di solitudine e di amicizia, incoraggia a non temere di entrare nella regione del gelo perchè è possibile uscirne e che talvolta è necessario perdersi o sentirsi persi per darsi l’opportunità di ritrovarsi e crescere.
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